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mercoledì 17 febbraio 2010

Recensione da SCANNER di Giovanni Ballerini


Chissà se Leo Prina ama i gialli o è solo il primo genere con cui ha deciso di mettersi alla prova? Di sicuro in questo suo riuscito debutto editoriale allarga i margini del giallo e del noir alla contemporaneità. E lo fa in maniera decisamente coinvolgente.

A leggere fra le righe questo suo “La ragazza dei giorni pari” emergono infatti modi, vizi e virtù di una società in continua evoluzione (o involuzione), che si svela (senza far rumore) accendendo per un attimo i riflettori sull’arrivismo, sulle caste professionali, sul senso di invulnerabilità dei politici, sulla voglia di sgomitare degli imprenditori e sul mondo circostante che, visto dall’alto, sembra un formicaio improvvisamente scoperchiato. L’autore non si lascia mai andare a giudizi di merito, ma in questa sua narrazione serrata, quasi da telefilm cult (alla NCIS, Criminal Minds, Cold Case o alla maniera di Senza Traccia) invita di fatto chi legge a interrogarsi sull’umano rutilare verso uno scopo, sul senso di questa vorticosa human race senza respiro.
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http://www.scanner.it/libri/leoprina4598.php

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